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Upload, la brillante serie ideata dal creatore di The Office e Parks and Recreation Greg Daniels, è da poco arrivata sulla piattaforma Amazon Prime Video. Disponibile dal 1° maggio con 10 episodi, la serie Upload può essere definita una comedy sci-fi, con risvolti romantici e thriller, ambientata in un futuro abbastanza vicino, il 2033. Le vicende si svolgono infatti in un futuro molto avanzato dal punto di vista digitale e tecnologico, ma l’aspetto particolare e centrale della storia è rappresentato dalla possibilità per gli umani di scegliere di “caricare” la propria coscienza in un aldilà digitale quando si è in procinto di affrontare la morte.

La serie segue la storia di Nathan Brown (Robbie Amell), un programmatore informatico che, a seguito di un improbabile incidente in auto – improbabile perché ci sono scarsissime o quasi nulle possibilità di verificarsi un incidente in strada nel 2033 – viene caricato in Lakeview, un paradiso virtuale di lusso pagato dalla sua ricca e viziata fidanzata Ingrid Kannerman (Allegra Edwards). Nathan comincia così una nuova vita in un aldilà virtuale tra personaggi strampalati e un customer service sempre pronto ad aiutarlo in questa confusa e spiazzante nuova situazione.

2033, un mondo ipertecnologico

Upload, realtà virtuale e rapporti ultramondani

Upload presenta un mondo ipertecnologico tra autoveicoli che vanno avanti da soli, stampanti di cibo 3D, negozi di alimentari automatizzati e cerotti di microcamera da usare prima di un rapporto sessuale per confermare di essere consenzienti. Il mondo che racconta Daniels è affascinante, divertente e a tratti inquietante, proprio come in Black Mirror. La serie mostra la tecnologia che tanto amiamo ma di cui abusiamo diventando schiavi di dispositivi digitali e ultime tecnologie, in una società sempre più dipendente dalle interazioni digitali e dai social media. Infatti, nel 2033 di Upload le persone sono giudicabili con un massimo di cinque stelle che esprimono il gradimento, dal lavoro al rapporto sessuale, quest’ultimo per esempio attraverso Nitely, un’app di incontri simile a Tinder.

Tutto questo vi ricorda qualcosa?

Come nel mondo di Black Mirror, questa visione distopica (o meglio rappresentazione paragonabile alle nostre bacheche sociali in una società fittizia) costituisce l’argomento e lo svolgimento dei fatti del primo episodio della terza stagione, Caduta libera (in lingua originale, Nosedive). L’episodio, diretto da Joe Wright e con protagonista la star Bryce Dallas Howard nei panni di Lacie Pound, ci mostra un meccanismo che purtroppo conosciamo benissimo, dove tutti siamo protagonisti grazie ai social media che hanno reso ancora più spietati e decisivi i nostri giudizi. Un mondo ambientato in un futuro meraviglioso e a tinte rosa, chiunque può votare gli altri grazie ad una tecnologia che consente di visualizzare il nome e il punteggio di tutti: un’app che permette di dare un voto da uno a un massimo di cinque stelle a tutti quelli con cui abbiamo delle interazioni.

La popolarità è alla base di una società spietata ed esasperata per apparire migliore di quello che si è. Il giudizio del voto come mezzo per privilegiare e ovviamente discriminare le persone, insomma, tale giudizio è la chiave per identificare lo status sociale.

Sì, i soldi fanno l’eternità

 

Il mondo di Daniels esprime in modo comico la società odierna accentuando le differenze tra i ricchi e poveri. Il fenomeno della disuguaglianza è una questione sempre frequente e l’analisi sociologica prende in considerazione alcuni concetti chiave, identificando svariate forme di disparità: sociale, economica, politica, digitale.

Nel 2033 la disuguaglianza è eccessivamente frequente e ridondante anche dopo la morte. Infatti, non tutti gli esseri umani che scelgono di “caricare” la propria coscienza percepiscono tutti gli stessi privilegi. Chi ha più possibilità economica può ambire ad una “vita” da ricchi, in un aldilà perfetto e costoso come Lakeview, mentre chi ne ha meno è costretto ad una vita triste e grigia, in un aldilà low cost ed insignificante. Paradossalmente non c’è giustizia neppure dopo la morte.

Upload, realtà virtuale e rapporti ultramondani
Lakeview, l’aldilà virtuale secondo la nuova serie di Greg Daniels.

Un paradiso non convenzionale

 

Al centro della serie c’è un tema molto trattato e approfondito, l’aldilà, in questo caso rivisto e rimodernato in un mix di satira e profonda riflessione. Tutto viene esasperato e ingigantito, accostando il concetto di eternità ad un mondo virtuale in cui l’uomo è imprigionato. Tuttavia, se non sei online, non esisti e di conseguenza la coscienza non vive.

Il protagonista, che finisce in ospedale a causa di un brutto incidente a bordo del proprio autoveicolo, dopo un’affrettata riflessione sceglie di essere uploadato in Lakeview, cioè caricato nell’aldilà virtuale della ricca famiglia della sua ragazza. Lakeview è la simulazione perfetta, o quasi, di una parte di mondo con un gran hotel in stile vittoriano immerso in paesaggi meravigliosi. Lo scenario – e il nome – all’interno del quale vanno a caricarsi le coscienze dei protagonisti più ricchi e privilegiati ricordano i quartieri del videogioco di simulazione di vita The Sims 2: Bellavista, Stranizia e Verona Creek (nell’originale rispettivamente Pleasantview, Strangetown e Veronaville).

Upload, realtà virtuale e rapporti ultramondani
The Sims 2, schermata della versione base del gioco presenti i tre quartieri di default.

Terminato il caricamento, il giovane protagonista viene accolto da un “angelo”, la sua concierge e guida Nora Anthony (Andy Allo) in questa nuova e digitale estensione della vita dopo la morte. Nora, oltre a dare sostegno emotivo e soddisfare tutte le esigenze in cambio di stelle per la sua crescita lavorativa dentro l’azienda, si occupa della creazione del corpo digitale, nonché contenitore della coscienza a lei affidata. La creazione di un avatar che ricordi nel modo più dettagliato possibile l’aspetto del defunto che è “passato oltre”. Il corpo del protagonista è perfettamente riprodotto dall’avatar e non è migliore di quello che ha lasciato sulla terra. È semplicemente uguale grazie ad una avanzatissima tecnologia che prende in riferimento e analizza diverse fotografie per la creazione del corpo.

Tutto questo è un’eterna opportunità di vivere anche dopo la morte o una partita graficamente meno mediocre di Second Life?

 

Meno reale, ma più virtuale

Upload strappa diverse risate grazie al suo modo di rappresentare la realtà decisamente futuribile, molto simile alla nostra ma con aspetti diversi. Infatti, molte innovazioni digitali e tecnologiche presenti nella serie già esistono: macchine (e biciclette) a guida autonoma, smartphone di ultima generazione, droni usati per pattugliare le strade e diverse stampanti 3D. Ma come possono interagire questi due aspetti? La vita reale è sempre più legata a quella virtuale, ma allo stesso tempo rimane una cosa completamente separata.

È possibile restare “umani” in un mondo cosi tecnologico e digitale?

Upload, realtà virtuale e rapporti ultramondani
Upload, la scena sulla barriera tra l’aldilà e il mondo reale.
Per approfondire

The Good Place, una serie fantasy comedy che racconta in modo spassoso la vita dopo la morte.

Una nuova realtà“, un mio articolo sulla realtà digitale, virtuale e multirete, che porta con sé vantaggi e svantaggi.